Cinque trend per città più smart

Le città stanno diventando sempre più complesse, e nuove sfide che emergono giorno dopo giorno. Nel mezzo di queste trasformazioni, alcune priorità rimangono comunque in primo piano: la sicurezza pubblica, la mobilità urbana e il monitoraggio ambientale.

L’avanzata connettività e la tecnologia IoT (Internet of Things) supportano le città nella missione di utilizzare le loro risorse in modo più efficiente e di migliore la gestione e il controllo delle aree urbane. Le città evolvono e nuove tecnologie arrivano sul mercato: come influenzeranno lo sviluppo urbano del futuro? Quali trend stanno emergendo?

 

La protezione dei dati viaggia in parallelo alla loro raccolta

I dati sono al centro di ogni sistema smart per le città e garantiscono la possibilità di progettare e ottimizzare l’infrastruttura esistente. Le città diventano più intelligenti e le informazioni raccolte devono essere analizzate, processate e utilizzate. Queste informazioni spaziano dai dati sul flusso del traffico, alla geolocalizzazione e al consumo di energia. Ma a causa della natura di alcune di queste informazioni, la protezione dei dati deve accompagnare la loro raccolta per proteggere la privacy dei cittadini.

Le autorità cittadine saranno sempre più responsabilizzate sulla necessità di utilizzare in modo responsabile i dati dei cittadini in cambio degli approfondimenti e delle indicazioni che vengono ottenuti attraverso l’analisi. Questa attività diventerà sempre più importante, soprattutto se si considera il rapido sviluppo della tecnologia nelle smart city. Il numero di sensori e telecamere di sorveglianza dotate di analitiche video, che insieme raccolgono dati sensibili per aiutare a comprendere meglio le necessità dei cittadini, è in costante crescita.

Di conseguenza, è necessario adottare nuove leggi in tema di sicurezza dei dati, il cui focus devono essere il possesso, le modalità di gestione, l’uso e la protezione dei dati. Approcci come quello dell’“anonimato by design”, in cui le identità sono protette, potrebbero essere il prossimo passo.

 

La cybersecurity rimane centrale

Alla luce dell’adozione di nuove tecnologie che aumentano la loro efficienza, non dobbiamo dimenticare che una smart city non è automaticamente una città sicura. L’uso della tecnologia connessa all’interno delle città (e nei loro network) aumenterà anche la potenziale superficie su cui possono incidere nuovi attacchi cyber. Anche i rischi alla sicurezza sono in crescita. In primo luogo, perché i dati vengono generate da fonti disperse in molti luoghi all’interno delle città. In secondo luogo, perché moltissime persone che lavorano per le autorità cittadine, così come i manager di più alto livello, adottando sempre più spesso lo smart working e modalità di lavoro da remoto, dove il livello di sicurezza potrebbe non essere altrettanto alto che negli uffici pubblici.

Alcuni attacchi informatici sofisticati e coordinati che si sono rivolti contro le città hanno dimostrato il loro potenziale impatto sulle infrastrutture, scoperchiando un problema tipico di molte autorità cittadine: la mancanza di un piano di risposta onnicomprensivo. Nel caso in cui un attacco abbia successo, il danno agli aggregatori di dati essenziali, o a settori vitali come la sanità e le infrastrutture critiche può essere molto ampio, con potenziali effetti catastrofici.

La mitigazione di questi rischi sarà sempre in cima all’agenda di tutti i manager cittadini. Che ciò avvenga sottolineando le responsabilità di sicurezza condivise da tutti gli stakeholder sulla rete, nuove politiche aggiornate o un efficiente gestione dei dispositivi. La formazione in merito alle più recenti minacce informatiche garantisce una solida base e un approccio condiviso può permettere a ogni organizzazione all’interno dell’ecosistema delle smart city di implementare le giuste difese e l’adozione delle best practice.

 

Processare i dati “on the edge” rende le città più smart

Insieme al numero di connessioni e sensori presenti all’interno delle città cresce anche la necessità di raccogliere e analizzare i dati raccolti sui dispositivi (“on the edge”): telecamere, impianti di rilevazione audio e altri strumenti IoT. Tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e i software di analisi possono essere implementati edge-based, direttamente sui dispositivi, e portare benefici a molti settori. Si pensi ad esempio alla gestione del traffico: in questo ambito, le analitiche non aiutano solo a monitorare il flusso del traffico, ma anche a rilevare condizioni di traffico pericolose per predire i rischi e mitigare situazioni complesse per coloro che si muovono sulle strade.

Inoltre, spostando il processamento dei dati sui dispositivi, si possono ottenere vantaggi anche al di là della semplice capacità di analisi; tra di essi, un minore consumo di banda per trasmettere le informazioni, una maggiore affidabilità e una latenza ridotta del sistema, fondamentale per analisi in tempo reale. Infine, l’uso dell’edge processing aiuterà a integrare più sensori e fonti di dati per rendere i sistemi della città più facilmente interoperabili.

 

La mobilità urbana diventa agile

Mantenere un corretto flusso del traffico intorno a una città rimane una sfida, soprattutto se il numero di veicoli dovesse cambiare o aumentare (ad esempio a seguito del passaggio verso la mobilità elettrica o condivisa). Parallelamente stanno emergendo anche nuove soluzioni per evitare gli ingorghi. Tra di esse i sistemi per la gestione dei parcheggi e l’ottimizzazione del trasporto pubblico. Queste trasformazioni potrebbero svilupparsi ulteriormente con dotazioni come i sistemi di conteggio delle presenze all’interno dei mezzi pubblici, che potrebbe ottimizzare le fermate degli autobus e monitorare l’esperienza di mobilità dei cittadini.

Dal punto di vista dei pedoni, sono in fase di sviluppo progetti pilota come i marciapiede smart, che raccoglierebbero dati dagli individui (ad esempio chi fa jogging, gli utilizzatori di sedie a rotelle e i ciclisti), per prendere scelte consapevoli sulle decisioni future. Molte di queste decisioni sono guidate dalle necessità dei residenti. La richiesta di piste ciclabili e di aree pedonali sta dando vita a una nuova tendenza verso centri città senza auto e alla creazione di aree con accesso automobilistico a pagamento, che condizioneranno la progettazione cittadina a lungo termine.

Parigi, per esempio, è uno dei promotori del modello della città “a quindici minuti”. Secondo questo progetto, i cittadini non dovrebbero impiegare più di 15 minuti per raggiungere i servizi essenziali da casa propria. Per renderlo efficace, sono necessari un’attenta progettazione e un coordinamento oculato e la tecnologia è fondamentale nella sua riuscita. La creazione dei cosiddetti “gemelli digitali” può permettere la messa alla prova di nuovi modelli sui duplicati virtuali di una città. Questo permetterebbe ai responsabili cittadini di predire vari scenari e identificare potenziali problemi prima che i cambiamenti siano implementati.

Naturalmente, la pandemia ha cambiato il flusso del traffico cittadino, con meno persone all’esterno e sulle strade. Ma ha anche sottolineato l’importanza della raccolta dati sulla mobilità urbana, dal momento che possono fornire approfondimenti essenziali in tempo reale per gestire rapidamente situazioni inattese come questa e aiutare a riorganizzarsi quando necessario.

 

Sostenibilità al centro

La realtà del cambiamento climatico è ormai diventata impossibile da negare. Condizioni atmosferiche estreme, crescita del livello delle acque e diminuzione della qualità dell’aria stanno mettendo le città alla prova. In risposta a queste trasformazioni, molte città si sono dedicate all’obiettivo di diventare più verdi e sostenibili. La tecnologia avanzata che utilizza sensori e telecamere viene oggi utilizzata per monitorare e ottimizzare l’utilizzo di energia e la gestione di acque e rifiuti.

Diventa sempre più importante che ogni aspetto dell’ecosistema della città intelligente – dalla supply chain fino ai dispositivi utilizzati – sia sostenibile, a cominciare da processi di fornitura sempre più locali, alla velocizzazione delle rotte di trasporto e all’uso di materiali sostenibili. Obiettivi come la riduzione delle emissioni di carboni stanno guidando la transizione verso un nuovo “IoT verde” come approccio centrale per aziende e città. Il “green IoT” descrive le modalità attraverso le quali l’Internet of Things può ridurre l’impronta ambientale causata dalle soluzioni e dai dispositivi attuali (ad esempio rendendoli più efficienti a livello energetico) o può aumentarne la sostenibilità della loro produzione.

 

Soluzioni progettate per il futuro

Nei prossimi anni, le città continueranno ad adottare differenti tecnologie per migliorare l’efficienza, proteggere e rispondere alle necessità dei cittadini e all’interesse pubblico. Con l’emersione di nuovi trend, le città avranno bisogno di adottare un approccio agile per rispondere alle sfide che potranno emergere in futuro. Soluzioni scalabili e flessibili, basate su un’architettura aperta, permettono alle autorità cittadine di aggiungere nuove funzioni ai sistemi esistenti, in linea con nuovi obiettivi e mutevoli richieste. Adottando un approccio che metta in primo piano questo tipo di agilità, le smart city si troveranno in una posizione migliore per rispondere alle esigenze e alle minacce del futuro, a prescindere da come e dove sorgeranno.

 

 

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Questo articolo è apparso originariamente in lingua inglese sul blog globale Secure Insights.