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Enti/autorità pubbliche

Parco naturale regionale Campo dei Fiori: la migliore pratica per la prevenzione degli incendi boschivi.

Organizzazione: Parco naturale regionale Campo dei Fiori
Posizione: Varese, Italia
Esigenza del cliente: Monitoraggio dell'ambiente
Varese, Italia, 

Per il Parco naturale regionale Campo dei Fiori è necessario un solido sistema di sorveglianza per tutelare l'ambiente e i suoi abitanti: il sistema di sorveglianza analogico obsoleto è stato sostituito da una soluzione basata su Axis.


La natura, la storia e la sfida degli incendi boschivi

Il Parco naturale regionale Campo dei Fiori è un ente di diritto pubblico con sede a pochi chilometri a nord di Varese. 

Istituito con legge regionale n. 17 del 19 marzo 1984 e ulteriormente ampliato nel 2009, si estende per circa 6.300 ettari di territorio in 17 comuni e due Comunità montane della Provincia di Varese. La sua posizione geografica e le caratteristiche geologiche hanno favorito lo sviluppo di una vegetazione molto diversificata, con zone ricche di fauna selvatica. Importanti presenze d'interesse storico-architettonico sono il complesso del Sacro Monte di Varese (riconosciuto dall'UNESCO come Patrimonio Mondiale dell'Umanità), il Grand Hotel, le ville in stile liberty, la Badia di Ganna e la Rocca di Orino.

Nell'ottobre del 2017 un violento incendio colpì il parco, lasciando dietro di sé la devastazione: per quasi un mese diversi focolai hanno impegnato vigili del fuoco e uomini della protezione civile in un immenso sforzo per difendere foreste, animali, abitazioni e attività commerciali. Oltre 350 ettari di foresta sono andati distrutti e i danni stimati hanno superato 2.000.000 di euro.

Successivamente, nel 2019 un nuovo evento doloso sul versante nord ha devastato circa 318 ettari di superficie boschiva con danni stimati in circa 1.500.000 euro.

Gli incendi di domani? Saranno ancora più distruttivi.

Il cambiamento climatico ha ripercussioni sul rischio di incendio: gli esperti stimano che entro il 2050 le superfici colpite aumenteranno dall'8% al 23% a causa delle temperature sempre più elevate, dei lunghi periodi di siccità e dei cambiamenti nelle specie vegetali. 

Con l'incombente minaccia di incendi sempre più dirompenti dovuti ai cambiamenti climatici, l'Ente Parco determina l'impellente necessità di un solido sistema di sorveglianza per proteggere il parco e i suoi abitanti. 

Per l'Ente Parco è chiaro che eseguire gli interventi su boschi e infrastrutture è di fondamentale importanza: è necessario rispettare l'ambiente e prendersi cura del territorio con progetti e continuità, in una prospettiva di lungo periodo.

È in quest'ottica che Maurizio Fratini, CTO di Security Service Red, partner Axis e consulente dell'Ente Parco, ha proposto di sostituire l'obsoleto sistema di sorveglianza analogico con una soluzione integrata composta da telecamere di rete Axis con moduli di deep learning integrati e software per la gestione video Genetec.

L'esigenza immediata dell'Ente Parco era quella di predisporre le telecamere di rete, gli "occhi elettronici", caratterizzate da potenti zoom e funzionalità avanzate di analisi video, considerata l'ampia area da monitorare. Oltre agli occhi, per rispondere agli obiettivi di prevenzione dell'Ente Parco, ho voluto anche un cervello: le telecamere che abbiamo installato sono progettate come veri sensori IoT, soprattutto nella prospettiva di una futura scalabilità.
Maurizio Fratini, CTO di Security Service Red

Fase 1: monitoraggio e indagine reattiva

L'Ente Parco ha trovato una soluzione che risponde alle sue esigenze e ne apprezza l'efficacia e la semplicità di funzionamento, che offre tutta la flessibilità necessaria per qualificarsi come la migliore pratica per chi si occupa di incendi boschivi. 

A oggi, con sole tre telecamere AXIS Q6225-LE Series, l'Ente Parco è in grado di controllare buona parte dell'area del parco, grazie all'elevata capacità di zoom e all'integrazione con il Security Center VMS di Genetec: la sala di controllo remoto è dotata di due monitor, uno che visualizza la mappa del parco e l'altro che trasmette le immagini delle telecamere. 
Questa configurazione integrata utilizza i metadati per consentire agli operatori di intervenire rapidamente su potenziali situazioni di rischio, identificando l'esatta posizione per un ulteriore esame. L'elevata qualità delle immagini facilita anche l'utilizzo delle riprese video ai fini investigativi, per analizzare a posteriori dove e come si è sviluppato un incendio.

Fase 2: uso dell'analisi predittiva

Tra le priorità dell'ente si evidenziano diversi obiettivi chiave:

  • Prevenzione: un'azione fondamentale per limitare, cercare di contenere ed eliminare eventi come gli incendi boschivi che comprometterebbero l'ecosistema montano e collinare dell'area del parco, con un impatto devastante su un patrimonio di grande importanza naturalistica.
  • È importante assistere l'intervento umano con tecnologie innovative, condurre la sorveglianza territoriale più impellente con sistemi ottici che consentano l'osservazione di un territorio ampio anche da remoto.
  • Ottimizzazione delle risorse: i costi devono essere contenuti e le risorse utilizzate al massimo, compreso il lavoro volontario. Gli investimenti devono mirare a ottimizzare l'efficienza operativa, consentendo risparmi tangibili nel monitoraggio del territorio attraverso l'uso di mezzi tradizionali rispetto all'osservazione remota e agli interventi mirati. 

I moduli di deep learning integrati nelle telecamere consentono al sistema di rilevare e offrire informazioni determinanti per l'analisi predittiva: le telecamere, sensori che interagiscono con altri sensori, apprendono le condizioni stabili della foresta e, con analisi dedicate, simulano potenziali situazioni di rischio in base ai cambiamenti dei fattori ambientali come condizioni di umidità, velocità e direzione del vento, accumulo di lettiera fogliare e così via, inviando segnali che possono essere facilmente monitorati da remoto, con possibilità di utilizzo per più utenti e in mobilità, per tenere la situazione sotto controllo ed eventualmente consentire ai responsabili delle operazioni antincendio di intervenire tempestivamente. 

A questo proposito, sono attualmente in corso le valutazioni di tre distinti scenari, con l'obiettivo di selezionare le soluzioni ottimali per ciascun contesto e convalidarle a livello tecnico-scientifico. L'intento dell'Ente Parco è quello di diventare un punto di riferimento, la migliore pratica da seguire per altre istituzioni interessate alla prevenzione e alla tutela del territorio. 

"Avere una struttura molto aperta, integrabile e scalabile, pronta ad accogliere gli sviluppi futuri del progetto, è stato il punto fondamentale nella discussione con l'Ente Parco", considera Fratini. Tra i miglioramenti del sistema, oltre alle telecamere termiche per la prevenzione degli incendi sotterranei, stiamo esaminando l'attivazione di bodycam e telecamere termiche modulari da posizionare sui caschi di chi andrà a spegnere l'incendio. Sarà molto utile per la loro protezione e per muoversi con più sicurezza nel fuoco. 

Un ulteriore valore aggiunto è stato conseguito con l'attivazione di tablet per le unità mobili e per i responsabili delle operazioni antincendio, così da avere le informazioni in tempo reale sulla situazione e lo sviluppo dei possibili incendi, ma anche come strumento di analisi di prevenzione.

Poiché l'incendio più pericoloso è quello che non si vede, che si sviluppa sottoterra e che tecnicamente si chiama "incendio sotterraneo", per il futuro stiamo valutando la possibilità di aggiungere al sistema delle telecamere termiche che permettono di ricevere un allarme quando la temperatura del suolo raggiunge una soglia fuori dal comune.
Maurizio Fratini, CTO di Security Service Red

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